Accade talora che alcuni nostri interlocutori – in genere chi organizza un evento didattico nel quale Possibilia si occupa dei contenuti – ci chiedano esplicitamente, o ci facciano capire velatamente, che avrebbero piacere che tale o talaltro vino risaltasse durante la degustazione, o quanto meno non fosse penalizzato. Il motivo di quelle richieste è talvolta un interesse diretto, talaltra semplicemente la preoccupazione di non disorientare il pubblico.
Il punto è che l’indipendenza critica e di espressione è una stella polare nell’approccio metodologico e culturale di Possibilia. Scegliere liberamente e acquistare i vini che serviamo, non a caso alla cieca, negli eventi didattici è un’opzione finalizzata proprio a poter parlarne in tutta franchezza, per ciò che essi sono ed esprimono nel calice, non per le aspettative che suscitano né per il nome che devono difendere.
La diplomazia è senz’altro un valido e motivato strumento commerciale e di marketing, ma è di scarso interesse, quando non controproducente, se si tratta di apprendere, di formarsi e di forgiarsi un’opinione. Chiedere a un critico e divulgatore indipendente di usare più diplomazia nel dire le cose equivale un po’ a invitare i Lynyrd Skynyrd e poi domandare loro di suonare senza fare troppo rumore. •